L’energia elettrica viene prodotta nelle centrali dislocate nel territorio italiano e poi trasportata fino alle nostre case tramite la rete elettrica nazionale, alimentata in corrente alternata. La rete è composta da una serie di stazioni elettriche di trasformazione e di linee, o elettrodotti, che si distinguono in base alla tensione di esercizio:
- Alta tensione (AT): superiore a 35000 V
- Media tensione (MT): tra 1000 e 35000 V
- Bassa tensione (BT): inferiore a 1000 V
La rete elettrica nazionale è principalmente divisa in due parti:
- Rete di trasmissione ad alta tensione (AT)
- Rete di distribuzione in media (MT) e bassa tensione (BT)
La rete elettrica nazionale è principalmente divisa in due parti:
- Rete di trasmissione ad alta tensione (AT)
- Rete di distribuzione in media (MT) e bassa tensione (BT)
Perché la trasmissione avviene ad alta tensione?
Nelle centrali elettriche l’energia è prodotta in media tensione (tra 10000 e 25000 V).
Ma allora perché viene trasformata in alta tensione per poi, in prossimità degli utenti, riportarla ad un livello inferiore?
Perché, a parità di potenza trasportata, le perdite per dissipazione sono inferiori.
Infatti, tali perdite sono pari a P = V*I; per la legge di Ohm: V = R*I
Sostituendo nella prima equazione V con R*I si ha:
P = R*I²
Ciò significa che le perdite sono proporzionali al quadrato della corrente.
Tale effetto negativo per lunghe distanze è molto rilevante, conviene quindi fare uso dei trasformatori che innalzano la tensione per il trasporto, e poi la diminuiscono nuovamente per la distribuzione.
Perché la distribuzione avviene in media e bassa tensione?
La corrente è fornita agli utenti finali in media e bassa tensione per motivi di sicurezza: l’alta tensione comporta maggiori rischi ed è molto pericolosa in caso di folgorazione.
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